La Pet-Therapy è una pratica diffusa ovunque e i benefici che i Pet hanno portato e continuano a portare alle persone in difficoltà sono ormai noti. A Bergamo è nata una nuova frontiera della Pet-Therapy: un’operazione complessa e articolata che ha portato alla creazione di una filosofia completamente nuova. Si chiama Consulenza relazionale B.A.U. (benessere animale umano) e nell’acronimo è racchiuso il suo vero obiettivo: un nuovo approccio alla persona, attraverso la relazione con l’animale.
Una nuova filosofia
Abbiamo chiesto ai fondatori Simone Migliorati e Stefano Cortinovis di spiegarci meglio questa nuova filosofia e il nuovo metodo per fare Pet-Therapy.
D. Non vi occupate di Pet-Therapy in senso tradizionale, ma di qualcosa di diverso. Cosa fate nello specifico e cosa vi differenzia dalla Pet-Therapy tradizionale?
R. Sì, non è semplicemente Pet-Therapy nel senso più tradizionale, ma di fatto si tratta di un approccio alla persona in difficoltà, che noi amiamo chiamare non “paziente” ma “protagonista”, che attraverso la relazione e l’interazione con l’animale (mediata però da un professionista in umana, specializzato cioè in medicina umana e non veterinaria) può accedere a uno stato di consapevolezza di sé intima e profonda. Consulenza relazionale B.A.U. ha due aspetti principali: la consulenza relazionale sociale che ci vede impegnati in strutture sanitarie come case di riposo, ospedali, centri per i ragazzi disabili, centri specifici per l’autismo ecc; poi una parte più educativa che vede il nostro intervento sia nel lavoro con i minori, sia con adulti, di una corretta relazione uomo/animale, ma anche di conoscenza della propria parte emotiva attraverso l’interazione con l’animale.
L’idea all’origine
D. Come nasce questa idea?
R. Consulenza relazionale B.A.U. nasce in modo spontaneo, quasi senza che ce ne accorgessimo. Entrambi infatti lavoravamo nella gestione delle persone in ambito infermieristico e come operatori sociali. Entrambi, per passione e necessità interiore, ci siamo ritrovati ad approcciarci al mondo della Pet-Therapy e dall’integrazione delle nostre strade è nato il nostro progetto. Io (Simone Migliorati) ho lavorato per oltre dieci anni come operatore sociale nella provincia di Bergamo, in strutture per ragazzi disabili e della devianza giovanile. Stefano Cortinovis, invece, ha lavorato come infermiere per oltre vent’anni e successivamente ha integrato la sua esperienza con il lavoro con gli animali. Attorno a questa idea originaria mia e di Stefano c’è un team di professionisti che si è costruito nel tempo: sono esperti di animali, istruttori cinofili, veterinari e comportamentisti. Oppure professionisti specializzati in umana, soprattutto psicoterapeuti che si occupano di infanzia, di anziani e di disabilità.
All’interno delle strutture
D. Cosa vi chiedono più spesso nei centri dove operate?
R. In linea generale possiamo dire che quando entriamo nelle strutture di qualsiasi tipo (anziani, disabili o altri centri) ci viene chiesto di inserire nelle nostre attività soprattutto le persone che hanno maggiori compromissioni, sia sul piano fisico sia su quello cognitivo. L’attività con gli animali (non solo con i cani) permette alla persona di accedere al proprio mondo emotivo. Spesso pensiamo, erroneamente, che il fatto che una persona non riesca a parlare o a raccontare ciò che sta provando in un determinato momento, implichi il fatto di non provare emozioni o addirittura di non essere in grado di provarle. Niente di più falso. Le più grandi scoperte scientifiche degli ultimi anni hanno mostrato che l’animale, esattamente come la persona con difficoltà cognitive, ha in comune la parte di cervello limbico, che è quello deputato al nascere dell’emozione. Quindi il cane, o l’animale in generale, riesce a cogliere ciò che la persona sta provando anche se viene condiviso su un piano non convenzionale per noi esseri umani.
Alcuni esempi
D. C’è una particolare situazione che avete vissuto e a cui siete affezionati?
R. Mi viene in mente il caso di una signora che è stata per circa due mesi in un centro all’avanguardia per la cura dell’Alzheimer. La donna ha partecipato alle attività con gli animali che le sono state proposte da noi. In quella struttura operiamo due volte alla settimana. La signora aveva una compromissione importante sul piano cognitivo e relativo alla memoria. Ha partecipato volentieri all’attività con gli animali e ha mostrato un grande legame soprattutto con uno dei cani coinvolti. Alla fine del percorso abbiamo chiesto a suo marito di poter scattare alcune fotografie alla signora in compagnia del cane. Al momento della dimissione dal centro, la signora ha chiesto al marito di recuperare il nostro indirizzo. In questo modo ha potuto riprendere i contatti con noi, ma soprattutto è nata una corrispondenza epistolare con i cani: la signora raccontava loro ciò che le succedeva e i cani (attraverso la nostra penna) rispondevano alla signora. Ai successivi ricoveri nella struttura, che, lo ricordo, è una struttura specializzata e d’eccellenza, la signora chiedeva di poter acceder perché c’era l’attività coi cani e per lei è stata tanto gratificante.
Consulenza relazionale B.A.U. nasce quattro anni fa da esperienze approfondite e soprattutto da un amore forte da parte di Simone e Stefano per gli umani e per gli animali. È possibile trovare tutte le informazioni sul sito www.consulenzarelazionalebauitalia.eu